Monet non si separò mai dalle opere in mostra, conservate nella sua villa a Giverny. Alla sua morte il figlio le donó al museo Marmottan.
60 opere che vanno dalle caricature ai ritratti dei figli, passando attraverso gli scorci di paesaggi tratti dai suoi innumerevoli viaggi, per giungere infine alle sue amate ninfee ed ai salici piangenti.
Una mostra che coglie appieno i caratteri salienti dell’ Impressionismo a cui un’opera stessa dell’autore aveva dato il nome: Impression soleil levant. (L’impressionismo è uno degli argomenti di arte contemporanea che preferisco è conosco meglio, ma tranquilli, non starò qui a farvi una lezioncina accademica).
Fra le opere che più mi hanno colpita quelle in cui lo stesso soggetto si ripete ma è dipinto con condizioni meteorologiche differenti o in orari della giornata diversi. Bello anche il progetto ” Capolavori perduti” che ha ricreato in modo digitale un’opera andata distrutta nell’incendio del MoMa di New York del 1958.
Peccato per gli spazi piccoli e non molto adatti a contenere l’ampia affluenza di visitatori che riempie le sale in modo eccessivo.
La mostra però è stata prorogata fino a giugno…magari voi sarete più fortunati!
(Foto mie!)