La mia Sicilia
La mia Sicilia

La mia Sicilia

La mia Sicilia: nel titolo il remake de “la mia Africa”. Che pretese di grandezza! Ovviamente scherzo e spero di non offendere la sensibilità di nessuno quando aggiungo degli aggettivi possessivi a dei luoghi. È il mio modo per esprimere il legame speciale che ho con essi e per definire la mia esperienza in quel determinato luogo.

Sono stata in Sicilia tre volte, a distanza di molti anni l’una dall’altra e sempre in gita/visita guidata. La prima volta, con la mia classe del liceo abbiamo fatto un bel giro.

Messina: la porta dell’isola che dà il nome allo stesso stretto. Importante caposaldo sotto i Normanni, angiolina e poi aragonese. Rasa al suolo da un terremoto nel 1783 e da un maremoto nel 1908 che fece 80000 vittime (questi dati mi colpirono molto visitando la città). Poco resta delle vestigia antiche (ulteriormente colpite dalla seconda guerra mondiale). Da vedere il Duomo, la Fontana di Orione, il Museo Regionale e la chiesa della SS. Annunziata dei Catalani, legata ai Normanni ed si motivi del Romanico isolano ( Cefalù e Monreale) e del sud Italia (Ravello, Amalfi, Troia).

Taormina: uno dei fiori all’occhiello dell’isola. Di origine greca e poi ancora florida con gli Arabi ed i Normanni. Da visitare sicuramente il Teatro Greco, il Duomo, il Castello, la Badia vecchia ma soprattutto mi è rimasta negli occhi (e nel cuore) la terrazza panoramica di piazza 9 Aprile.

Giardini Naxos: una località archeologica ed una marina bellissima.

Agrigento è la Valle dei Templi, la maestosità di quelle costruzioni e lo stupore che suscitano i templi in stile dorico (dedicati a Giove, Castore e Polluce, alla Concordia e ad Ercole). Nel IX secolo, sotto la dominazione araba, assunse il nome di Girgenti, che conservó fino al 1927 quando prese l’attuale nome. Fra i suoi cittadini illustri il filosofo Empedocle e Pirandello. Città notissima, oltre che per i templi della Magna Grecia, anche per la Sagra del Mandorlo in fiore.

Siracusa: ha una piccola isola, Ortigia, che è praticamente saldata alla terraferma. Siracusa fu uno dei più importanti centri della Magna Grecia, subì la dominazione araba e normanna. Di rilievo la cattedrale, la fonte Aretusa, il teatro greco e l’anfiteatro Romano e soprattutto il mio luogo preferito: l’orecchio di Dioniso. Si tratta di una cavità naturale nella roccia, così nominato dal mio amato Caravaggio perché ha la forma di un padiglione auricolare e straordinarie qualità acustiche. Pare infatti che il tiranno della città vi rinchiudesse i nemici e ascoltasse le loro conversazioni dall’esterno.

Le gole dell’Alcantara: un monumento di roccia basaltica generato da un’edizione circa 2400 anni prima di Cristo. Prendono il nome di gole perché per circa 500 m presentano larghezza di 5 e altezza di 70 m e vi scorre il fiume Alcantara che ha levigato le pareti dandogli lucentezza. Vi si accede tramite ascensori o seguendo un pittoresco sentiero panoramico. Attenti all’acqua…è gelida!

La seconda volta in Sicilia è stata in occasione di un viaggio studio durante il mio corso di laurea specialistica.

Palermo: la culla dei Normanni e degli Svevi. Una delle emozioni più forti della mia vita è stata salire sui ponteggi del restauro della Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni.

Nella bellissima cattedrale, in un sarcofago di porfido rosso, riposano i resti mortali di Federico II (che tanto amo). Bellissima la cappella di Santa Rosalia, patrona della città.

Di ascendenze arabo-normanne le chiese di San Giovanni degli Eremiti e di Santa Maria dell’Ammiraglio (Martorana), la Zisa, la Cuba e la Piccola Cuba.

Merita una visita la Galleria Regionale della Sicilia (con opere di Antonello da Messina), la famosa Fontana Pretoria davanti al Palazzo Senatorio (oggi sede municipale), il convento e la cripta dei Cappuccini.

Monreale è il suo Duomo dalle due torri in facciata e dall’abside finemente decorato da splendidi mosaici. Alle spalle dell’abdide (il mio preferito) c’è un negozietto artigianale in cui ho comprato degli orecchini con minuscole tessere di mosaico (per la serie souvenir).

Cefalù: un borgo turistico incantevole ed una cattedrale normanna altrettanto nota (anche qui profusione di mosaici ed archi incrociati nelle decorazioni).

Come avrete capito amo questa terra. Oltre al fatto che si tratta di un’isola e, inutile ripeterlo, ho un debole per le isole, la Sicilia è calore, accoglienza, buon cibo ( in primis cannoli, panelle, arancini/e -niente dispute sul maschile/femminile).

Ho tantissimi amici siciliani e non si offenderanno se non avrò parlato in questo post dei loro paesi e città. Io scrivo di ciò che conosco.

E conosco la loro solarità, i sorrisi, i colori scuri arabeggianti o gli occhi e capelli chiari dei Normanni, la loro amicizia sincera…Tutte cose che hanno ereditato dalla loro terra.

È una regione che mi piace talmente tanto che nel 2018 ci sono tornata: Catania.

(Foto dal web…i cimeli degli anni passati lasciamoli ai musei)

8 commenti

  1. Pingback:50 sfumature di Taranto – Viaggiatrice da grande

  2. Pingback:Reggio Calabria: i Bronzi di Riace – Viaggiatrice da grande

  3. Pingback:Un salto in Sicilia con la ricetta della caponata – Viaggiatrice da grande

  4. Pingback:Con la ricetta del pollo in salsa harissa siamo subito in Africa – Viaggiatrice da grande

  5. Pingback:Un fine settimana a Catania - Viaggiatrice da grande

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *