Gargano (giorno 2)
Gargano (giorno 2)

Gargano (giorno 2)

Il traghetto per le Tremiti è un posto giovane. Mi sembra di essere sul set di uno dei tanti film con storie di ragazzi che partono per un viaggio su un’isola con un passaggio-ponte. Sguardi e sorrisi che si incrociano. Ricordi di tante altre imbarcazioni prese in questi anni. Un colpo di fulmine breve, intenso e impossibile. Il giro delle isole mostra scorci impensati: la grotta Viola e quella delle rondinelle, lo scoglio dell’elefante, l’azzurro del cielo e del mare che incorniciano le bianche scogliere a picco, ricoperte dal verde dei pini d’Aleppo.

Sulla spiaggetta di San Domino l’acqua è cristallina: angoli di paradiso e location da set fotografici. A pranzo una pineta con una delle viste più belle che io abbia mai ammirato. Non c’è spazio per le polemiche e gli episodi da attacchi di panico.

L’isola di San Nicola fa scattare in me una sorta di sindrome di Standhal: come dico sempre, probabilmente, in un’altra vita devo essere stata un’isolana. La salita verso l’abbazia è una scarpinata che affronto, ormai come di consueto, in infradito. Questa volta anche in costume da bagno. È tutto talmente affascinante che a fatica trovo le parole e sceglierò la foto del giorno fra le centinaia scattate.

Chiacchiero un po’ con Michela che vive sull’isola da marzo a settembre.

Mi affaccio dal terrazzo del signor X, nostalgico ottantenne trasferitosi a Milano. Ora vive la sua isola solo per due mesi all’anno. Ma per 20 anni sul padre è stato il guardiano del faro di Capraia e lui è cresciuto li. Entrambi mi raccontano dei tempi che furono. Di giorni fiorenti che hanno visto un’ annuale diminuzione dei turisti. Queste isole sono poco conosciute ma sono un incanto e di entrambe le cose non mi capacito…

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