Ceglie Messapica in un giorno
Ceglie Messapica in un giorno

Ceglie Messapica in un giorno

Ceglie Messapica è una cittadina adorabile in provincia di Brindisi: vediamo insieme cosa scoprire in un giorno.

Ceglie Messapica in un giorno: la storia

Fondata intorno al XV secolo a.C., oggi vanta il titolo di città d’arte e terra di gastronomia. Situata tra la valle d’Itria e l’Alto Salento, per tradizione fu voluta dal popolo dei Pelasgi (o Messapi) a cui si devono le costruzioni megalitiche dette specchie (alcune anche con funzione sepolcrale). Nel 700 a. C., con l’arrivo dei Greci, prese il nome di Kalia mentre subì una decadenza in età romana. Si presenta ai visitatori arroccata sulla collina che fungeva da acropoli della città messapica. L’attributo “messapica” fu infatti aggiunto al nome della città con un re3gio decreto del 1864, proprio a ricordare la sua onorata e leggendaria fondazione.

Ceglie Messapica: il castello Ducale

Il castello domina sulla collina su cui sorge il paese e vi si accede da un’ampio portale a tutto sesto. Il duca Sanseverino, nel XV secolo lo fece erigere attorno a 2 torrioni preesistenti. Nell’atrio vi è un pozzo e gli stemmi delle famiglie che vi si sono succedute.

Un giorno a Ceglie: passeggiare fra i vicoli

Avventurandosi fra i vie, archi, passaggi, chiese e volte settecentesche, una sosta merita il Palazzo Allegretti, sede della Pinacoteca “Emilio Notte” e della biblioteca comunale. La città è dotata di 3 porte: Porta Monterrone, Porta Juso e Porta dell’Arco o della Croce, che intervallano le mura cittadine. Inoltre da vedere il Teatro e la Torre Civica dell’Orologio oltre ad almeno una delle numerose masserie disseminate nell’agro Cegliese. Fra le chiese ricordiamo la Collegiata di Santa Maria Vergine Assunta, la chiesa di San Rocco, San Gioacchino, San Domenico e le tantissime chiese rurali, alcune delle quali versano in uno stato di abbandono. Da non perdere l’eccellenza gastronomica della città: il biscotto cegliese a base di pasta di mandorle, e il panino di Ceglie farcito con tonno, mortadella, provolone e capperi.

(Foto mie e di Pietro)

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