Oggi vi parlo di Bergamo città alta e città bassa, località in cui sono stata in visita con le docenti ed i colleghi del master. Ed a Bergamo ho ricevuto la notizia della nascita di Nicola, uno dei miei “nipotini” acquisiti.
Bergamo alta e Bergamo bassa sono separate dalle mura venete (XVI sec), dichiarate quest’anno Patrimonio dell’Umanità.
Bergamo alta è una bomboniera. Quando l’ho visitata era maggio, e fra le stradine ripide che vanno in su ci siamo lasciate incantare dai Palazzi e dalle vetrine fino al Palazzo del Podestà che si affaccia su Piazza Vecchia (come a Toritto) e Piazza Duomo.
Accanto il Palazzo della Ragione è quello del Vescovado. Al piano terra gli scavi archeologici attestano l’utilizzo dell’area fin dall’epoca protostorica (VI-V a. C.). Al primo piano il Museo storico dell’età veneta (il Cinquecento interattivo).
La Rocca, che dalle origini ha avuto destinazione militare, ha il nucleo centrale costituito da un mastio a pianta quadrangolare. Adibita a carcere intorno al 1860, è collegata al convento di S. Francesco che all’epoca era usato come penitenziario. Oggi è sede del Museo storico di Bergamo.
Il convento di S. Francesco, edificato fra XIII e XVI secolo rappresenta un pregevole esempio di architettura conventuale medievale. Dopo la soppressione napoleonica divenne ospedale e carcere e poi scuola elementare. Oggi è sede della Fondazione Bergamo nella storia.
Simbolo della città è il Campanone (Torre Civica) i cui rintocchi ricordavano che le porte della città stavano per essere chiuse, datato al XII secolo, ha subito numerosi “incidenti” e modifiche.
Da vedere il Duomo, la cappella Colleoni, la Basilica di S. Maria Maggiore.
Bergamo Bassa
Nella città bassa una sosta alla Torre dei Caduti, edificata da Piacentini negli anni ’20 del 1900 in ricordo dei caduti del primo conflitto mondiale (al primo piano ospita il sacrario) e ovviamente alla Gamec ( galleria d’arte moderna e contemporanea).
Se non ci siete mai stati vi consiglio una visita alla città dei Mille (180 dei garibaldini erano bergamaschi).
Non ne resterete delusi.
(Foto di noi “masterini”)