Finalmente ho potuto dedicare un po’ di tempo alla stesura di questo post…dedicato al viaggio in Canada, a Toronto.
Day 1 e Day 2
“Avevo una casetta piccolina in Canadà…”
La famiglia: alcuni li rivedi con pianti di gioia, altri li conosci dai racconti e dalle foto e li abbracci per la prima volta. Dai 91 anni ai pochi mesi ci sono tutti. Guardare luoghi e ascoltare storie di chi è già stato qui prima di te e magari non c’è più. Scoprire pezzi che fanno parte del tuo DNA. E capire cosa significhi davvero provare nostalgia per i luoghi natii.
Day 3
I biglietti della metro sono dei gettoni, delle monetine (token).
La zona del college è tutta ordine e fiori, come il resto della città.
Durante la coda, nella CN Tower, un mago intrattiene la gente che aspetta. La torre ti accoglie con i suoi 553 m(siamo arrivati al 147 piano, 447 m),un ristorante rotante e un pavimento in vetro trasparente che si affaccia sul vuoto. In basso il Rogers Centre.
Il tempo varia in un baleno passando dal sole alla pioggia e poi ancora sole.
Una corsa dell’autobus in regalo e la fermata che si prenota tirando una cordicella.
Per cena barbecue…nella lattina di birra una pallina di azoto…
Day 4
Le porzioni da Costco sono enormi. A pranzo vado a raccogliere il basilico nella “yard”. Poi da Square One: le confezioni regalo le fanno nello stesso modo che negli usa, con la velina che fuoriesce dalla busta di carta.
Intanto ammiriamo 2 grattacieli di Missisauga: Absolute World Towers, fra i più belli al mondo, uno dei due ribattezzato Marlyn per le sue forme sinuose.
In tanti passano per un saluto e le risate sono assicurate.
Day 5
Gita alle cascate del Niagara. Un timido sole e una pioggia irruenta si intervallano. La mia compagna di avventure ed i suoi cugini canadesi passano a prenderci.
Vento, acqua, pioggia e risate sul battello.
Niagara Falls mi sembra la Las Vegas canadese (anche se non sono mai stata a Las Vegas).
Il fiume Niagara, il lago Ontario e poi Niagara-on-the-lake:una bomboniera.
Se gli Usa sono multicolor (almeno la parte che ho visto), il Canada è verde, tantissimo verde.
Ascoltare i racconti di famiglia, fare ricerche e scoprire che una mia trisavola era arrivata ad Ellis Island nel 1916.
La frase del giorno è “good job”!
Day 6
Io ed i panni stesi al sole. I “calzoncelli” fuori stagione.
Una colonna sonora un po’ retro per una bellissima e buonissima cena a casa di Nick e Antonella. L’alcool scorre per tutti (sarà la befana del vino?). Nick ci riempie di chiacchiere e ci fa ridere a crepapelle fra una cheescake è una blueberrycake. E anche i vicini di casa sono i benvenuti nella big family.
Day 7
Preparare la borsa per il week end.
Spazi infiniti e paesaggi da sfondo di Windows per giungere ad una villa da sogno. Mi ci voleva una bella nuotata, guardata a vista da 2 pastori tedeschi che si assicurano che io e i bambini non anneghiamo. Con Sofia, che ha 6 anni, chiacchiero in inglese della famiglia e della piscina. I pop corn al cioccolato bianco.
Guidare il quad in costume da bagno nel bosco e lungo tutta la tenuta di Lorenzo.
Da walmart non eravamo mai stati a fare shopping ma provvediamo subito alla mancanza.
Un cottage nei boschi presso il Georgian bay: praticamente la casa a Quasano. Un faló nel giardino: arrostire i marshmallow e nell’altra mano un bicchiere di sangria.
Ma le stelle cadenti si vedranno anche da qui? La notte di San Lorenzo è la notte di San Lorenzo anche in Canada? Avrei giusto un paio di desideri da esprimere…
Day 8
A colazione 9 persone: burro d’arachidi e la peach pie fatta da Sara (11 anni).
A Midland c’è il santuario di Santa Maria dei martiri canadesi : una missione gesuita del 1600 presso gli Huron. E subito il pensiero corre a Lourdes ed al film “the Mission”.
Ho fatto il bagno nel lago e ho passeggiato in solitaria lungo la riva a Woodland Beach.
Wasaga Beach è molto turistica e riesco a spendere 25 dollari di caramelle da Dollarama.
Giocare a basket aspettando il barbecue e finalmente le pannocchie per contorno.
Senza dimenticare l’emozione di ballare un lento, la tarantella e il twist al tramonto nel giardino…
Day 9
Nel silenzio della casa nel bosco si dorme benissimo e con la copertina. Sembra uno di quei reality in cui i protagonisti sono fuori dal mondo: io per 48 ore circa senza internet.
Il mercatino della domenica è in un ranch. I silos, gli abeti e le bandiere (le ho viste esibite con orgoglio in qualsiasi paese tranne in Italia).
Le visite serali, i programmi per i giorni seguenti, le storie di famiglia.
L’asciugatrice, il mal di gola e gli addominali.
Day 10
Anche qui hop on hop off, ancora una volta con Domenica e sua cugina Carmela.
Younge street divide la città in due: est ed ovest(un po’ muro di Berlino ma senza separazione). Yorkville è deliziosa: locali e boutiques molto chic.
Toronto a tratti ricorda NEW York per il sovrapporsi di grattacieli e costruzioni più basse e più vecchie in mattoni rossi. Però è più pulita e più fiorita.
Lo skyline della città dal battello sul lago Ontario. Le isole e uno spiritoso brunetto come guida.
Scoprire che anche Toronto ha il suo Flat Iron e bere Ginger Ale, come se non ci fosse un domani, con gli ospiti inattesi.
Day 11
Tutto avrei immaginato di fare durante questo viaggio, tranne che essere l’ospite in un programma radiofonico canadese e parlare dei miei viaggi, del mio blog e della Puglia.
All’acquario gli squali sono i più affascinanti: ripenso a Valencia ed a Genova.
Il mio preferito però continua ad essere Nemo, il pesce pagliaccio.
Poi un giro sul treno e una sosta per una birra fresca nella fabbrica Steam Whistle.
A Port Credit c’è un faro carinissimo e servono la pizza con le forbici per tagliarla.
Day 12
Riconosco le strade, quelle strade lunghe, larghe e dai nomi complicati che prima mi sembravano tutte uguali. Ora mi oriento anche qui, so tornare a casa o indicare la direzione da prendere per andare in città o verso il lago.
Impazzisco letteralmente per il Niagara Collection, un outlet da sogno!
Jenn è americana ma cucina benissimo italiano. A cena faccio amicizia con un vecchio cane, Tramp e con una gatta, Luna.
Day 13
Incontriamo l’altro ramo della famiglia: il più piccolo ha 3 mesi.
Automobili da far invidia ad un autosalone fra i più forniti e più costosi.
La nostra visita al Rom entusiasma papà ma i piedi di Nick chiedono giustizia.
Molto bella la collezione orientale e la mostra temporanea sui ragni.
Nella sezione sui minerali capisco che davvero gli artisti sulle loro tele non hanno inventato nulla ma la natura ha già provveduto a creare i colori meravigliosi delle gemme.
È confermato che Yorkville è il quartiere che preferisco della città.
L’altra cosa che adoro è papà che parla inglese e Lola, il dobermann più dolce al mondo.
Anche le torte con su scritto “benvenuti in Canada” ed aver imparato in inglese i nomi di tutta la fauna autoctona del luogo.
Day 14
Il lunch è a km zero, tutto rigorosamente colto dall’orto.
Da un’auto all’altra, da una casa all’altra.
L’ufficio del big boss ha la vista, come una torre di controllo, su tutto l’aeroporto.
Un giro fra i container e poi il compleanno di Say nel suo reparto.
Enzo è il nostro driver oggi.
La storia dei peanuts e la casa più bella che io abbia mai visto (se vi dico che ha sala cinema, palestra e campo da minigolf ci credete?).
È il momento delle confessioni: lo ammetto ho scroccato il Wi-Fi ovunque durante questa vacanza: case di parenti, amici, conoscenti, bar, musei, ristoranti, stazioni, aeroporti, magazzini…ovunque!
Day 15
Il franch toast a colazione non l’avevo ancora mangiato ma mi è piaciuto.
Il brunch è a casa di Sandy e Lori, “mangiacake style” dicono loro, per me davvero ottimo.
La fissa di mister Rocco per le cicorielle: le vede ovunque.
Comprare qualche altro souvenir e fare alcuni acquisti su commissione.
Al ristorante greco una doppia sorpresa.
La giusta conclusione della serata è la festa degli italiani,ospiti d’onore i Santo California. E io che canto a squarciagola “tornerò” assieme a circa 30000 persone. Età media 70 anni.
Day 16
Sperimento anche l’ozio: leggere un libro mentre prendo il sole in giardino.
Poi al barbecue siamo in 31.
I primi saluti, i primi abbracci, le prime lacrime.
Persone prima note solo dai racconti e dalle fotografie. Ora sulle foto sorridiamo insieme, abbracciati.
Ho deciso: domani non mi trucco, gli occhi mi bruciano quando il mascara si scioglie…
Day 17
Sentirsi a proprio agio in ogni casa, perché c’è chi fa di tutto per farti sentire a casa.
Ricevere un regalo da sogno.
Ascoltare le storie del passato e restare affascinata da un passaporto del 1925.
Dare consigli da fashion Addict in una cabina armadio da far invidia a Carrie e Chiara Ferragni.
Scoprire che i Crabs sono uno dei miei cibi preferiti e cantare in coro “il ragazzo della Via Gluk” come ninna nanna.
Come si fa a non lasciare qui pezzi di cuore?
Day 18
Piove. Diluvia mentre chiudo in valigia la mia esperienza di questo meraviglioso viaggio, i ricordi, l’amore. Il telefono squilla in continuazione, la gente va e viene per un saluto.
Sofia mi regala un cuoricino fatto di baci e mi chiede “ Vai via? Ma quando torni?”
Le rispondo con un sorriso emozionato.
Alcune informazioni pratiche:
-se volete mangiare una buona pizza a Niagara Falls vi consiglio Antica (ci hanno portati Jhon e CARMELA);
-a Port Credit pizza buonissima da Papà Giuseppe’s e greco sopraffino da Colossum;
– sfizioso e di qualità (e nel mio quartiere preferito): Nervosa a Yorkville;
– per la movida sul lago Georgian senza dubbio la cittadina di Wasaga beach!
Durante lo stesso viaggio sono stata anche a New York.
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