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Cosa fare a Taranto in un giorno

Taranto non è solo la città tristemente nota per le vicende legate all’ILVA. È la città dei due mari, l’unica polis della Magna Grecia che assieme a Siracusa si oppose all’avanzata romana, proteggendo la sua grecità fino all’ultimo. Da Taranto deriva la “taranta”, il ballo legato al morso del ragno Lycosa Tarantula che dalla città prende il nome. È questo anche il luogo delle processioni lunghissime che caratterizzano la settimana santa, delle cozze e del golfo omonimo.

Cosa ne penso de “I viaggi di Gulliver”

Ecco cosa ne penso de “I viaggi di Gulliver”, ovvero cosa ne pensavo già nel 2010 e cosa ne penso oggi.

Mettendo  ordine fra le mie cose, oltre ad oggetti dimenticati appartenenti ad una vita fa, può capitare di ritrovare diari di viaggio (i racconti più vecchi sono dei viaggi del 2008) e appunti/recensioni di libri letti. Vi propongo la mia personale idea su questo libro, datata 2010.

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I viaggi di Gulliver 2010

La trama è nota ai più: Gulliver compie una serie di viaggi che lo porteranno in situazioni fuori dal comune in cui si ritroverà, ad esempio, ad essere un gigante o un nano a seconda del popolo con cui si rapporterà…

E ‘ un testo ricco di fantasia e descrizioni a volte fin troppo cariche di particolari: mi ha fatto sorridere infatti l’affermazione ripetuta dell’autore di non voler  dilungarsi troppo, e al contrario poi però si dilunga.

Non ho gradito il soffermarsi, seppure in modo scherzoso ed ironico, su urine e feci e, seppure si tratti di un libro per ragazz,i a mio avviso loro sarebbero attratti solo dal capovolgimento delle dimensioni naturali e da tutte le situazioni simpatiche che ne derivano.

Troppi i riferimenti sessuali e politici.

I Viaggi di Gulliver 2019

Ero decisamente troppo pudica ed un po’ bigotta!

Altri consigli di lettura sul viaggio:

Ecco cosa ne penso de “I viaggi di Gulliver” e voi?

I viaggi di Gulliver, J. Swift, 1726

(foto dal web)

Il progetto Si Lakana e il burro di karitè


Ho conosciuto da poco il progetto Si Lakana e 
tutti i benefici associati all’utilizzo del burro di karitè ed ora ve lo racconto.

Dibaro. Mali. Africa. Gli alberi di karitè sono considerati i più sacri della savana e da sempre vige il divieto di tagliarli.

Negli ultimi anni molti arbusti sono stati invasi da un parassita e l’unico modo per evitarne la diffusione sarebbe stato tagliare gli alberi. Nasce così questo progetto (Si Lakana significa appunto protezione del karitè) che, attraverso il lavoro degli uomini, individua il parassita e lo elimina, salvaguardando le piante.

Le donne poi a mano, secondo ricette tradizionali, producono il burro dai noccioli della pianta. La noce del frutto è tostata per circa tre giorni in forni di terra a fuoco basso. Poi viene eliminato il guscio pestandole in grandi mortai di legno e poi vengono spremute in un mulino fino ad ottenere una pasta di colore scuro lavorata a mano dalle donne per circa due ore (a turno). Il movimento è circolare per separare la componente insaponificabile, più ricca di oli e burri, da quella saponificabile. La prima emerge infatti in superficie ed assume un colore chiaro. Questa parte è poi sciolta sul fuoco e solidificandosi assume la consistenza del burro.

Il prodotto finale è utilizzato per cucinare, preparare medicinali e come cosmetico per la pelle e per i capelli.

L’associazione dona i ricavati delle donazioni ai lavoratori (uomini e donne) mentre gli acquirenti ricevono in regalo un vasetto di prodotto completamente naturale.

Il burro di karitè e Dibaro -Mali

Dibaro è un villaggio abitato da circa 40 famiglie a 100 Km a Nord Est dalla capitale del Mali: Bamako.

Il Mali (republique du Mali), ex repubblica sudanese, è uno stato dell’Africa occidentale situato all’interno.

La lingua ufficiale è il francese ma sono parlate anche la lingua Tuareg, bambara ed il Soninke.

L’agricoltura è alla base dell’economia del Paese (cereali, karitè, cotone).

Il turismo è attratto soprattutto dalla famosa Timbuctù, dal deserto e dai quattro parchi nazionali.

 

Il karitè: origine del progetto

Attraverso le sostanze insaponificabili (di cui è ricco) stimola la produzione di collagene ed elastina (importante per la pelle secca e per le rughe); rigenera il tessuto cellulare (ripara danni subiti dalla pelle e dai capelli a causa del freddo e dell’inquinamento. Utile per dermatiti, capelli sfibrati, cicatrici, smagliature); svolge una leggera protezione contro i raggi UV.

Può essere associato ad oli essenziali quali Ylang Ylang, Salvia, lavanda, lembo grass, sandalo, incenso.

Le foto sono mie, il video al seguente link è di un volontario dell’associazione.

Per maggiori informazioni sul progetto Si Lakana e il burro di karitè: kariteroma@gmail.com