Dei vari viaggi possibili (lavoro, relax, avventura, ecc.) ho avuto la possibilità di fare anche alcuni viaggi “spirituali” e questo è stato uno di quelli: Lourdes fra i Pirenei e la spiritualità.
Giorno 1
Alla zip del mio nuovo zaino da viaggio ho attaccato il portachiavi che mi ha regalato una persona speciale.
Alla partenza un piccolo intoppo ma penso che sto partendo avendo appena ricevuto una bella notizia e nel giorno del primo anniversario della mia firma importante. La cittadina è un gioiellino e i Pirenei ricordano tanto alcuni paesaggi alpini o della Germania. I souvenir sono ovunque ma appena varcato il cancello del santuario regna solo un senso di sacralità. La Grotta ha una potenza suggestiva, è un dolore quasi fisico. Mi commuovo, piango. E quando migliaia di candele si alzano al cielo nel canto,ti senti parte di una grande famiglia.
Giorno 2
11 febbraio, 160 anni dalle apparizioni. All’11 febbraio sono molto legata perché in quel giorno alcuni anni fa (direi parecchi) ho sostenuto il mio primo esame universitario.
Quando esco è mattina presto, ho freddo. Dei ceri ardono in modo perpetuo per prolungare la preghiera dei fedeli. Il sentimento di tenerezza mi invade e mi permea, come il verde intorno a me: i prati e gli ippocastani.
Alle piscine ti metti a nudo materialmente e spiritualmente. L’acqua è talmente fredda che non pensi, non parli, e capisci che davvero ci sono certi momenti in cui le parole non servono. E quindi sto zitta, osservo e vivo i momenti.
La Via Crucis è ripida ma non ho più freddo perché c’è il sole che intiepidisce l’ascesa. La basilica di San Pio X è fra le chiese più grandi al mondo ma durante l’Adorazione, di migliaia di persone si ode solo il silenzio. A Lourdes tanti gli italiani che ci lavorano e tanti sono pellegrini.
Ho mangiato croissant, vol-au-vent e crêpes…direi che sono davvero in Francia.
Giorno 3.
Il diluvio ed io che cammino sotto la pioggia con un vecchio k-way rosso. Riconciliazione. Comunione. Mangiare baguette prosciutto e formaggio mi fa ripensare al mio viaggio a Parigi. A cena (alle 19) potage.Intanto faccio amicizia con 2 ragazzi di Bitonto. Ma le migliori chiacchierate sono in ascensore, in francese, con le vecchiette.
Giorno 4.
Ogni lastra di marmo che riveste la Chiesa della Madonna del Rosario è un ringraziamento, un ex-voto. I mendicanti sono pochi, abituata come sono ai grandi numeri di Roma. Qui non mi interessano i soliti abbinamenti: se ho le scarpe lilla e il piumino verde acido e se non ho il rossetto. Non porto nemmeno la borsa ma uno zaino sulle spalle. Non si sa come ma abbiamo fatto gruppo ed in aeroporto al ritorno siamo in 7 (e che novità!). Il maltempo sulla capitale causa un ritardo di 5 ore. Le amicizie nate nella condivisione e il taxi che ci riporta a casa.
(Foto mie, di mamma e di papà, il che è tutto dire!)
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