Tre mesi fa ero in Israele, un paese ricco di fascino e contraddizioni. Mai avrei immaginato che la portata di queste contraddizioni si sarebbe così tanto acuita da portare ad una nuova guerra.
Primi tre giorni nel fascino di Israele
Giorno 1
Tel Aviv- Via del mare -Tiberiade
Oggi, con questo viaggio, si realizza un sogno. Al terzo tentativo, dopo 2 anni in cui, per motivi vari era saltato, oggi ci siamo. L’emozione raddoppia per il fatto di tornare a volare dopo tanto, per me troppo, tempo. L’emozione triplica con la firma del comandante “with great pleasure” sulla pergamena del battesimo dell’aria di Gemma: il suo primo volo. In realtà è anche il primo volo in coppia per me e mio marito, ma questa è un’altra storia.
La sabbia del deserto ci accoglie già appena fuori dall’aeroporto tingendo di ocra i bordi dei marciapiedi mentre ovunque sventolano le bandiere bianche col simbolo blu. Da Tel Aviv, lungo la via del mare, il paesaggio ricorda tanto la nostra Puglia. Le tipiche costruzioni israeliane sono delle rocche, delle fortificazioni e il lago di Tiberiade è una depressione di 200 m sotto il livello del mare (con una profondità massima di altri 200 m).
Giorno 2
Monte delle Beatitudini-Korazim-Gamla
“Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo…”
Il paesaggio della Galilea è rimasto per lo più intatto come quando i piedi di Cristo lo percorsero più di 2000 anni fa.
La domus galilaeae è sul luogo dove, secondo la tradizione, avvenne il discorso della montagna. Due gambette cicciotte siedono sul prato con me mentre anche noi, apostoli contemporanei, ascoltiamo lo stesso discorso.
Di li una passeggiata di 2 km sotto il sole cocente fino a Korazim, una delle città in cui erano avvenuti più miracoli, riscoperta archeologicamente da poco. L’aiuto degli altri partecipanti è fondamentale: chi spinge il passeggino, chi mi porta lo zaino, chi si assicura che mi stia prendendo cura anche di me stessa. Poi, sotto un grande albero, con l’ombra ristoratrice, arriva anche il perdono. Il frinire delle cicale si unisce alla chitarra e al canto. Intanto gli iraci si rincorrono. A Gamla il vento è fortissimo ed inevitabilmente torno a pensare alla nostra terra, per quanto questo sito somigli al pulo di Altamura.
In tutto ciò mi fa strano non riuscire a leggere i cartelli in un alfabeto diverso. Non mancano gli imprevisti, la stanchezza si sente ma teniamo botta e facciamo di necessità virtù.
Giorno 3
Cana-Nazareth-Monte Tabor-Wadi Hamam
“Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.”
Un Paese fatto di costanti contrasti: accanto a grandi ed eleganti hotel trovano posto delle vere e proprie catapecchie; fra elementi arabeggianti ed orientali ogni tanto spunta l’Occidente. A Cana rinnoviamo le nostre promesse matrimoniali. E poi a Nazareth, lì dove Verbum caro factum est. Una cupola che ha la forma di un giglio rovesciato.Una salita vorticosa su verso il monte Tabor per rivivere, da intimi, la Trasfigurazione. Per ora, artisticamente, è la mia chiesa preferita. In questa regione la vegetazione è davvero molto simile alla nostra. Fuori programma dato che era presto e avevamo visto poco (ironicamente): il sentiero wadi hamam, un tracciato sicuramente percorso da Cristo che ci conduce ad un obelisco naturale.
Israele giorno 4
Tabga-Cafarnao-Dalmanutha- Cesarea di Filippo (Banias)
“Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”
Ogni giorno un segno,oggi sulle rive del lago, Gesù chiama me per nome e mi chiede, come a Pietro:”mi ami tu?” Quindi un bacio alla roccia, segno tangibile, dichiarazione d’amore.
Cafarnao significa villaggio della consolazione, con la sua sinagoga bianca, era una cittadina in cui Gesù andava spesso nella casa di Pietro. Mai nominata nell’antico testamento, in lei si compie una profezia di Isaia. Città di frontiera fondamentale per la diffusione delle notizie e la presenza della dogana dal cui banco sarà chiamato Matteo. Il tempio ebraico era unico e si trovava a Gerusalemme mentre le sinagoghe sono luogo di studio, preghiera e ce ne sono tante .
Trovo estremamente rigidi i custodi terra Santa e ciò mi dispiace. Peró isolarmi con Gemma mi permette di vivere dei luoghi in modo quasi privato. I complimenti che scaldano il cuore e infondono coraggio.
A Tabga avvenne la moltiplicazione dei pani e dei pesci: un mosaico ricorda l’evento e la chiesa che lo custodisce è nuovamente visibile dopo i restauri successivi ad un attentato.Su tronchi di albero come sedute e su una pietra megalitica come mensa celebrare l’Eucarestia sulle sponde del lago. Lo sciabordio delle onde e i versi dei pappagalli accompagnano la Parola, intanto un airone ci sorvola silenzioso. Condividere, ascoltare.
Durante la traversata in barca rivivere gli stessi attraversamenti evangeliche e poi un Titanic improvvisato ed un momento ballo con Jerusalema.
Il pesce San Pietro e l’hummus, tanto ottimo hummus. Via via i membri del gruppo che diventano fratelli.
Una scalata per raggiungere uno spiazzo all’ombra a Banias o Cesarea di Filippo, dove si trova una delle sorgenti del Giordano. Cesarea di Filippo perché Filippo, figlio di Erode, le aveva cambiato il nome da Banias a Cesarea aggiungendoci “di Filippo”, per distinguerla dall’altra, Cesarea marittima. Questo posto fa pensare ad una Petra in miniatura.Il profumo della macchia mediterranea e la risata fresca della nostra bimba come colonna sonora a tutto.
Fascino e contraddizioni: giorni 5 e 6
Giorno 5
Giordano-Gerico (monte delle tentazioni)- Bethlem- il campo dei pastori
“Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.”
Io Pietro e Gemma siamo stati battezzati nel fiume Giordano. Ogni giorno un’emozione grande. Il deserto roccioso da una parte e il Giordano florido dall’altra. Le piantagioni di banane e le palme da dattero. Gerico è nel deserto, una città palestinese completamente diversa dai paesaggi a cui ci eravamo abituati in Galilea. Tutto è arabo ed orientale. Un piccolo gruppo di “sciancati” accorcia la salita al monte delle tentazioni usando la funivia. Anche i custodi ortodossi non sono meno morbidi dei francescani. I bazar, il sicomoro ed il cammello.Quindi la salita a Gerusalemme attraverso quella che doveva essere la strada percorsa da Gesù e sicuramente anche dal samaritano della parabola.Un fuori programma ci porta nel deserto, la bellezza della natura ma la completa mancanza di cura.
Un asino bianco e magro ci guarda passare. Ripenso ai 700km di muro alto 7 m che divide i territori israeliani e palestinesi. Il filo spinato. Non potrebbe esserci maggiore differenza fra i due. E tutta la questione israeliano-palestinese diventa chiara e viva.Da lontano Betania, il villaggio di Marta, Maria e Lazzaro. Sono luoghi cosi tante volte nominati che sembra di conoscerli ma ora trovano una collocazione geografica ed una immagine realistica. Il privilegio di essere qui. Dopo un tunnel, cantando Jerusalem sbucare in città con un primo sguardo sulla spianata delle moschee.
Poi finalmente Bethlem.
Un sole, una stella nel luogo della nascita di Gesù nella basilica della natività. Ho così poco tempo che in un bacio condenso tutte le mie preghiere. La messa oggi è al campo dei pastori, in una grotta, celebrando la liturgia della notte di Natale, così, a fine giugno, cantando “tu scendi dalle stelle” con 40 gradi. Perché sui luoghi sacri in Terra Santa si celebrano le messe legate al luogo.
Quindi il check-point e Gerusalemme.
Giorno 6
Gerusalemme:Muro del pianto- Getsemani(orto degli ulivi)-Dominus flevit- mostra sulla Sindone-Via dolorosa- Calvario – Santo Sepolcro
“Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”.
Il Muro del pianto è parte del terrazzamento su cui sorgeva il tempio. È detto così perché gli ebrei quando pregano, si muovono tanto perché tutti il corpo deve essere coinvolto nella preghiera e tutto il complesso sembra un lamento. Fatica e sudore, tanta fatica e sudore. Ritmi militareschi che però ci permettono di arrivare sempre per primi nei luoghi.
Oggi sembra un addestramento Marines: scale, sollevamento passeggino, ostacoli vari sulla via. A Gerusalemme tanta gente, in Galilea non c’erano molti turisti. Gli eremiti al monastero di padre Diego, la cupola della moschea di Omar vista dall’orto degli ulivi. Il silenzio e la preghiera guardando le mura di Gerusalemme. Un venticello leggero ci rifranca portando il profumo di rosmarino che è stato colto. Una lucertola ci passa vicinissima, una farfalla si posa sulla mia meditazione. Canta persino un gallo, che per quanto la location non sia esattamente questa, riporta alla memoria scene evangeliche note.
Poi la scalata verso Dominus flevit una chiesa a forma di goccia con vista su tutta la città. È venerdì e i musulmani stanno celebrando i loro riti. La mostra sulla sindone mi riporta ad un viaggio a Torino più di 20 anni fa. E rinnova lo stesso entusiasmo ed interesse. Quindi la Via dolorosa: a turno i fratelli sono il nostro cireneo e ci aiutano. Il coinvolgimento fra canti e preghiere è totale ma a tratti ho quasi paura, quando alcuni arabi ci fischiano e ci urlano. Al calvario sono stordita dall’eccesso ortodosso:icone, persone, lampade dell’Apocalisse. Mi inginocchio. Poi il Santo sepolcro fulcro della cristianitá. Le viuzze della zona araba della Gerusalemme vecchia mi ricordano un po’ Napoli ma in quel guazzabuglio di colori, profumi, souvenir, prodotti orientali e cineserie mi sento comunque a mio agio, affascinata.
E oggi è anche il mio compleanno!
Israele fascino e contraddizioni: Giorno 7 e Giorno 8
Giorno 7
Gerusalemme: cenacolo- cittadella di Davide- San Pietro in Gallicantu
Betania: tomba di Lazzaro
“Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Oggi doppio segno “Carmen vieni fuori” dalla stretta tomba di Lazzaro a Betania. E poi l’unzione con il nardo nel cenacolo, a riconfermare l’unzione della cresima, lì dove lo Spirito Santo apparve agli apostoli. La parte armena della città vecchia di Gerusalemme, le porte, le possenti mura e San Pietro in gallicanto. La chiesa sorge lì dove c’era il palazzo del sommo sacerdote, nel cui cortile Pietro rinnegó Cristo per ben tre volte.
Giorno 8
Gerusalemme piscina di Siloe e canale di Ezechia
Emmaus Nicopolis
“Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto”
500 m in un canale stretto al buio. L’acqua alle ginocchia, le pareti strette da toccare con le mani per orientarsi. Le preghiere ed il canto danno coraggio a chi va un po’ nel panico. Lo sciabordio dell’acqua e nell’aria il profumo del nardo.Poi come il cieco nato all’improvviso la luce e la piscina di Siloe (non importa che il cancello è chiuso, il lucchetto rotto e ci liberano tagliandolo con un seghetto). All’uscita mi guardo i palmi delle mani ed hanno assunto la colorazione rosso mattone di quelle pareti rocciose. Vorrei non lavarle mai più per ricordare per sempre questa esperienza. Ma so che anche togliendo questo segno tangibile il ricordo sarà sempre vivo in me.
Tantissimi scavi archeologici e lavori ovunque. Un carico di sali del mar morto e di prodotti -417 (nuova passione). Chiese, moschee dagli alti minareti e sinagoghe.
Quindi ad Emmaus dove avviene quella scena che,in un dipinto di Caravaggio, mi ha talmente tanto innamorata da spingermi a fare della storia dell’arte il mio percorso di vita. È per me l’ennesima, grandissima emozione. E no, non finisce tutto con la fine del viaggio, come per i discepoli che Lo diconobbero nello spezzare del pane, anche con noi resterà sempre.
Anche voi siete stati colpiti dal fascino e dalle contraddizioni di Israele?
Informazioni pratiche
-Noi abbiamo volato con la compagnia El Al da Roma a Tel Aviv e ci siamo poi spostati con bus turistico.
-Abbiamo alloggiato in 2 Hotel: uno a Tiberiade “Royal Plaza” ed uno a Gerusalemme “Olive tree hotel”con formula mezza pensione
-Abbiamo pranzato: Magdala Hotel (Tiberia), Holy Land (Nazareth), kibbutz Eingev, Casa Nova (Betlemme), Notre Dame Center (Gerusalemme), Gloria Hotel (Gerusalemme), St. George Restaurant (Giaffa)