Quattro giorni a Marrakech
Quattro giorni a Marrakech

Quattro giorni a Marrakech

Abbiamo da poco trascorso quattro bellissimi giorni a Marrakech ed è inutile dirvi che ne sono pazzamente innamorata!

Marrakech giorno 1

In aereo, fra una bionda da tenere impegnata e una sorta di ciuchino di Sherek che mi chiede in continuazione “quanto manca”, non riesco a mettere bene insieme i pensieri. All’arrivo ai controlli un poliziotto vorrebbe da me dell’oki, in quanto italiana, e gli prometto che glielo porterò la prossima volta.
Capisco subito che il riad sarà il rifugio tranquillo per questi giorni.
Il resto arriva come un uragano e ti fa sentire in un frullatore: scimmie ammaestrate, medina , profumi, puzze, gatti (tanti gatti), motorini (tanti motorini), il muezzin, le babouches, incantatori di serpenti, la cultura berbera…È piazza Jema El Fna, il palcoscenico del mondo.
Oggi provo a non restare sopraffatta da tutto ciò…

Marrakech giorno 2
Con la vasca sul terrazzìno mi sento la regina Betsabea. E stamattina visita a luoghi “regali”: il palazzo de la Bahia che riporta alla memoria un viaggio a Siviglia.
Poi la Mellah e all’improvviso, fra i venditori di spezie, la voce di Amadeus in streaming che annuncia Eros al festival dopo 40 anni. Il telespettatore marocchino colto sul fatto dal mio sguardo curioso ci saluta in italiano.
Sui bastioni del palazzo El- badi nidificano le cicogne.
Per pranzo tajine e pomeriggio kasbah, tombe dei Saaditi e moschea koutoubia, dall’esterno perché i non musilmani non possono entrarci.
Assaggiamo anche i corni di gazzella, un dolce tipico al profumo di zagara.
Il mio dichiarato “non comprerò mai delle babouches” si rivela un flop: un paio di scarpe artigianali sono già in valigia e non vedo l’ora di sfoggiarle questa estate.

Marrakech giorno 3

Stamattina un micione è venuto a trovarmi sul terrazzino e per questo suo ardire si è guadagnato un po’ di latte.
Da “sorella marocchina”, come mi appella qualche venditore, adoro i souq e vorrei comprare tutto.
Una meraviglia è la scuola coranica Medersa sulla cui porta d’ingresso reca scritta una sorta di augurio universale che mi emoziona: “O tu che varchi la mia porta, possano le tue speranze più alte essere realizzate”. Il profumo dell’incenso è penetrante.
Contratto con Zu fra francese e italiano e la spunto. Pago in dhiram e lui stenta a crederci che non sia marocchina per la tesa dura che ho e per come ho gestito la contrattazione. Ora posso paragonarmi con persone reali: da sempre scherzando la gente mi ha paragonata a questo popolo per i miei tratti somatici.
Dopo 3 giorni sono certa di essermi innamorata di questo posto. Ho visto da vicino persino un camaleonte e l’ormai solita piazza è davvero la fiera dell’assurdo, ad ogni ora.
Una supernotizia e cena libanese. Dopotutto è San Valentino.
Ah, e per la cronaca le scarpe nuove in valigia sono diventate 3…paia ovviamente! Non tutte per me, ve l’assicuro!

Marrakech giorno 4
Per vendere ti dicono che sei il primo cliente della giornata. La collana mi piace per cui faccio finta di crederci e allora il venditore aggiunge che proprio quella porta fortuna.
Quando inaspettatamente troviamo posto in un ristorante che corteggiamo da giorni e che è sempre pieno, sorridiamo e pensiamo al potere della collana.
Un ragazzino, moderno Alladin, ruba 1/2 arancia al mercato e ci conferma l’atmosfera da 1001 notte del cartone Disney.
Gli effetti del recente terremoto si vedono ma la città sta rifiorendo.
Nel souq dei tintori basta un foulard blu per trasformarti in un teareg.
Ormai riesco ad orientarmi fra il dedalo delle vie come una local fra un funduq e il giardino segreto.
Qualche appunto da fare alla guida che ho letto ma tutto sommato è promossa.
E se 2 cose restano da vedere è perché devo ritornare. Inshallah!

Marrakech info pratiche

-Noi abbiamo soggiornato al Riad Hayati, e lo risceglieremmo altre 1000 volte per la cortesia ed accoglienza del personale, la bellezza della struttura, la pulizia e l’ottima posizione (a 2 passi 2 dal palazzo de la Bahia, vicino ma non nel caos del souq)

-Abbiamo pranzato in struttura diverse volte: l’importante è comunicarlo il giorno prima in modo che, essendo una cucina familiare, possano organizzarsi.

-Altri ristoranti che abbiamo frequentato: Nomad, Pepe Nero (cucina italiana) Un dejeuner à Marrakech, Naranj (cucina libanese): tutti approvatissimi.

-Shopping nel souq ma anche da Naturom.

-I giardini Majorelle vanno prenotati online: non c’è biglietteria in loco, ma essendo una cosa abbastanza recente non ci sono molte info a riguardo.

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