Ecco il mio racconto semiserio su una città che adoro: Madrid. Tutti stravedono per Barcellona. Io ho una venerazione per Madrid. Sarà per quell’aria elegante e raffinata ma allo stesso tempo calda ed accogliente (immaginate quanto calda ad agosto). Oppure sarà che ci ho passato circa una settimana e l’ho girata in lungo e in largo. Sarà che ero in compagnia di persone davvero speciali, il che rende ogni luogo maggiormente caro al nostro cuore.
Sarà per questo che ripensare ad alcuni luoghi (imprescindibili per chi visita la città) mi riempie di gioia e mi fa sorridere.
Da quando poi, come buona parte di voi, stravedo per la “Casa di carta”, ambientata proprio a Madrid, non posso non amare ancora di più questa località. Allora vi porto in giro nella città che fa da scenografia ai piani del professore e della sua banda.
Una città che adoro: Madri e i luoghi de La casa di carta
Cominciamo quindi il nostro tour proprio da due luoghi che magari sono fuori dai circuiti turistici e che solitamente non sono al centro delle attrattive dei visitatori. Se però come me siete dei fan dei rapinatori con la maschera di Dalì non potremo prescindere dagli edifici della Zecca di Stato e Banco de España.
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La Zecca di Stato
La Fábrica Nacional de Moneda y Timbre – Real Casa de la Moneda è la zecca spagnola e l’istituto deputato all’emissione dei timbri spagnoli. Occorre fare subito una precisazione: non avendo avuto il permesso di girare in quell’edificio, le prime due stagioni de “la Casa di Carta” sono state in realtà girate presso il palazzo del Consejo Superior de Investigaciones Científicas .L’edificio in questione si trova in calle Serrano 117, ma da fuori non è possibile vedere la facciata che compare nella serie.
L’istituzione della zecca nasce nel 1893 dalla fusione dei due organismi: la zecca e la fabbrica dei timbri che, fino al 1961 hanno condiviso lo stesso edificio pur mantenendo la propria autonomia. Nel 1940 è iniziata la produzione delle banconote e nel 1952 quella delle carte di sicurezza. Oggi ci sono due stabilimenti (uno è a Burgos), per la produzione anche dei biglietti della lotteria nazionale, delle carte d’identità e delle cartelle del bingo. La zecca è comunque un istituto alle dipendenze del Ministero dell’Economia e delle Finanze della Spagna.
Questo edificio si trova lungo la Calle del Doctor Esquerdo, non lontano dal parco del Retiro.
Il Banco de España
Nella terza e quarta stagione (e sicuramente nella quinta che non vedo l’ora che esca) la scena si sposta al banco d’España. Anche qui precisiamo che quello che compare nella serie non è il Banco reale, edificio del XIX secolo che si trova in pieno centro, fra plaza de Cibeles e calle Alcalà, opera di Eduardo Adaro e Severiano Sainz de la Lastra (in quella zona nel mio viaggio ci sono stata quindi probabilmente l’edificio originale devo averlo anche visto). L’edificio che ci accompagna nel corso delle puntate è la sede del Ministerio de Fomento, che si trova lungo il paseo de la Castellana vicino alla fermata metro Nuevos Ministerios. Nel complesso di edifici (costriti fra gli anni ’30 e ’40 dello scorso secolo) si trovano anche altri ministeri dello stato spagnolo.
Il Banco d’España è la banca centrale spagnola ed ha una lunga storia che risale al XVIII secolo. Le sue origini vanno cercate nella creazione del Banco National de San Carlos da parte di Carlo III che aveva fra gli altri compiti quello di finanziare lo Stato e concedere prestiti con garanzia. A metà del 1800, per risanare le sue perdite alcuni azionisti lo trasformarono in Banco Español de San Fernando dopo di che prese l’attuale nome.
Con queste indicazioni precise, tornare a Madrid e ricercare i luoghi della serie non sarà così difficile come la volta precedente, quando per cercare la famosa scuola di Carmen Arranz del telefilm Paso Adelante ci siamo coperti abbastanza di ridicolo con i nostri amici spagnoli.
I luoghi iconici di Madrid
Plaza Mayor: il cuore della città, con al centro la statua di Filippo II ed intorno i portici animati dai caffè.
Lì vicino, in calle Mayor, c’è (o almeno c’era l’ultima volta che sono stata a Madrid)un minuscolo negozio artigianale di espadrillas: le più belle che io abbia visto ed acquistato. Il mio paio verde prato fanno ancora parte della mia dotazione estiva di scarpe.
El Escorial: palazzo/monastero costruito da Filippo II; ha appartamenti decorati con fantastiche opere d’arte.
Museo del Prado: il museo per eccellenza. Il modo in cui abbiamo superato una lunga coda con uno stratagemma è ancora una delle storie che racconto più spesso, così come sbellicarsi dalle risate davanti ad un quadro ed essere ripresi dall’addetta alla sicurezza nella sala (il massimo per il curriculum di una storica dell’arte). Per la parte seria citerò una delle mie opere preferite “Las meninas” di Velazquez e le 2 Maya di Goya.
Plaza de Cibeles: alle 21 di una sera d’estate essere in questa piazza con il cielo ancora azzurro è stata un’esperienza incredibile. All’incrocio fra il Paseo del Prado e la calle del’Alcalà sorge la fonte de Cibeles (che dà il nome alla piazza), fontana progettata nel 1700.
Puerta de Alcalà: voluta da Carlo III per abbellire la zona Est di Madrid.
Centro de Arte Reina Sofia:un’opera fra tutte “Guernica” di Picasso ed io che, abbandonati i miei compagni di viaggio, mi aggiro fra le sale da sola (con altre migliaia di persone, ovvio).
Puerta del Sol: Senza dubbio la mia piazza preferita in città. La statua dell’orso con il corbezzolo è il simbolo della città e si trova all’angolo con Calle del Carmen ( cito questa via solo per narcisismo, puro e vero).
Catedral de la Almudena: dedicata alla patrona della città. (a Siviglia qualche mese fa ho conosciuto una ragazza che portava questo nome e subito i ricordi sono corsi a Madrid).
Palacio Real: posto su un promontorio che dà sul fiume Manzanarre (si, proprio quello del 5 Maggio di Manzoni). Oggi i sovrani non vi risiedono ma è utilizzato per le occasioni di stato.
Gran Via: l’arteria principale della città, inaugurata nel 1910.
Parque del Retiro: in origine era ad uso privato dei sovrani. Nel 1700 divenne pubblico. Appunto un luogo di “ritiro”pur restando in città.
Estaciò de Atocha: la nostra “stazione”, quella che ci ha visti arrivare e ripartire un sacco di volte…Inaugurata nel 1851, nel 1992 venne inglobata nella nuova stazione di Madrid puerta de Atocha e il piazzale dei binari venne riconvertito in serra. Nel 2004 fu purtroppo lo scenario di un feroce attentato in cui persero la vita 192 persone.
Scrivere della città m i ha emozionata e come sempre mi è venuta voglia di tornarci. Dopotutto non sono stata al Thyssen- Bornemisza, potrebbe essere un punto di partenza per il prossimo viaggio…
( le foto sono mie)
Altre città spagnole visitate: