Ancora un’altra recensione ricavata da appunti di letture del passato: vi propongo una lettura personale di Robinson Crusoe.
Dopo Gulliver e L’isola del tesoro vi assicuro che smetto…almeno per il momento.
Robinson Crusoe 2011
E’ la storia di un giovane, che pur avendo ricevuto una educazione rigida e borghese, sente prevalere in lui il suo istinto di viaggio e parte quindi per conoscere il mondo. Tante saranno le avventure che vivrà: dall’essere fatto prigioniero dai pirati (che restano sempre i più affascinanti per me), al divenire capo di una piantagione di cotone, fino al naufragio con tutti i modi che si inventerà per sopravvivere. E’ questa in realtà la parte centrale e più caratteristica del racconto.
Dopo un inizio che mi è sembrato un po’ noioso e abbastanza ripetitivo (soprattutto nelle parti in cui si descrivono le fatiche del protagonista per costruire qualsiasi cosa), ad un certo punto la storia mi ha presa. Anche se alcune frasi sono realmente reiterate come “non ci sono parole…”Altre parti invece sono più scorrevoli nonostante determinati passi non mi sembrano adatti ai ragazzi. Ne sono un esempio le riflessioni dell’autore su Dio, sul peccato, sulla conversione oppure gli episodi (per me inauditi) di violenza come l’uccisione dei gatti.
In generale leggendo il romanzo si ha l’impressione di rivedere le più note scene di naufragio di tanti film che sicuramente da questo testo hanno tratto ispirazione.
Mi è piaciuta molto la positività dell’autore che invita, anche nelle situazioni pegiori, a cercare qualcosa di positivo. In ciò ho rivisto in parte il gioco della felicità di Pollyanna.
Robinson Crusoe Oggi
Continua la serie delle mie affermazioni abbastanza bigotte. Trovo particolarmente interessante ed affascinante l’itinerario di viaggio del protagonista e le varie terre che visita\attraversa. Una piccola rivalutazione a livello psicologico del famoso gioco di Pollyanna: questo marcato ottimismo può funzionare per momenti brevi, poi rischia di diventare patologico e di portare ad una negazione degli eventi negativi. Ma questa riflessione va davvero troppo oltre: De Foe nel 1719 non ci avrebbe mai pensato.
Che ne pensate di questa lettura personale di Robinson Crusoe?
Più che il romanzo ricordo la serie TV anni 70. molo bella. Quando la TV aveva un senso.
Io non c’ero ancora negli anni ‘70 ?
Per quello non c’eri neanche quando hanno scritto il libro.
Ahahah no, decisamente no. ?
La storia la conosco bene, avevo letto la versione per bambini a scuola e mi hai fatto venire in mente banche assistito ad un piccolo spettacolo teatrale
Quando ero piccola ho letto il libro e mi aveva incuriosito. Da lì avevo iniziato a leggere tutti i libri di viaggi avventurosi: I viaggi di gulliver, 20.000 leghe sotto i mari, etc.
Come tutti i libri che vengono proposti ai bambini, rileggendolo da grande (e da viaggiatrice) ne ho apprezzato la doppia chiave di lettura.
Anche io letti anche da adusta. Con 20000 leghe ho avuto serie difficoltà, non riuscivo a finirlo?
E’interessante l’esperimento di leggere un libro che si è letto da ragazzi anni dopo e capire dai nostri giudizi come siamo cambiati. Sicuramente da ragazzi is è molto inclini all’ottimismo assoluto con momenti di pessimismo cosmico. Poi si diventa meno bipolari e magari il valutare insieme gli aspetti negativi e quelli positivi aiuta a vivere meglio.
Mai letto, purtroppo. In effetti è assurdo: un viaggiatore dovrebbe farlo, forse più di una volta e soprattutto se lo incuriosisce da sempre! Beh, che dire? Nel ‘700 non si parlava troppo di psicologia. E forse era un bene 😉