Inizia così una gita fuori porta a Potenza e Picerno:Luigi passa (con il mio nuovo amico Giacomo)a recuperarmi ad Altamura e poi insieme direzione Potenza per andare a trovare Michele e Maria Laura.
Il tempo non promette nulla di buono: le forti raffiche di vento sono sostituite da un cielo grigio e da una nebbia fitta via via che lasciamo la Puglia e ci inoltriamo in Basilicata. Ma abbiamo deciso che la consueta gita fuori porta di Pasquetta è stata solo rimandata dal lunedì al martedì e nulla potrà impedirci di viverla al meglio, nemmeno i tornanti e le curve della strada che ci conduce in città.
Ricongiunti gli amici, dopo un bel pranzetto a base di tipicità (in primis peperoni cruschi e fruttini) inizia la nostra esplorazione.
Numerose chiese ci fanno soffermare lungo la passeggiata. La chiesa di San Michele è in stile romanico; quella di Santa Lucia è un minuscolo gioiellino; la SS. Trinità è tristemente nota per i fatti legati alla scomparsa di Elisa Claps (che nel racconto dei nostri ciceroni ci colpisce molto).
La cattedrale invece è dedicata al patrono San Gerardo, la cui statua è posta in posizione strategica in un tempietto con vista.
Piazza Mario Pagano è chiusa sui due lati dal teatro Stabile, unico caso di teatro lirico in Basilicata, e dal Palazzo della Prefettura tipico esempio di architettura del 1800.
L’altra piazza importante è Piazza Matteotti, su ci si affaccia il Palazzo di Città.
Senza alcun dubbio il salotto buono del centro abitato, la via dello shopping è via Pretoria. Il simbolo della città è oggi il leone rampante, una statua in bronzo che ha subito diversi spostamenti fino a raggiungere l’attuale collocazione.
Caratteristica del capoluogo lucano è però il suo sviluppo su più livelli, il che gli dà l’appellativo di “città verticale”. Per raggiungere le “altezze” cittadine ci si serve di una serie di ascensori e di una scala mobile: si tratta della scala mobile più estesa d’Europa, seconda solo a quella di Tokyo. La struttura infatti non a caso mi ha subito fatto pensare ai prodigi tecnologici di tipo nipponico…
Di Picerno purtroppo, data la scarsità di tempo, ho potuto ammirare solo un suo paesaggio in notturna e posso riportare il fatto che, per essersi distinta nella resistenza alle truppe sanfediste, nel 1799 si guadagnò l’appellativo di “leonessa di Lucania”. Ma se non avessi nominato il suo paese in questo post, la mia amica non sarebbe più stata tale. La promessa è sempre quella di tornarci.
Alcuni consigli:
-se volete mangiare bene e tipico: art restaurant ;
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Scoprite con me la Basilicata.
(Le foto sono mie e di Luigi)
Pingback:Una gita fuori porta a Potenza (e Picerno) — Viaggiatrice da grande – Antonella Lallo
L’ha ribloggato su Antonella Lallo.
Grazie mille! ?
Grazie ho visto e messo “mi piace” ?