In questi giorni un po’ più tranquilli(i primi dopo il mio rientro) finalmente riesco a scrivere un post riassuntivo dei miei 10 giorni trascorsi a New York.
Il mio viaggio a New York: giorni 1-2
Day 1
Il previsto e l’imprevisto che movimenta il viaggio e la vita e aumenta l’esperienza ed il curriculum del viaggiatore. Però quando sono troppi sono troppi. Lo scalo è una totale disorganizzazione e nell’attesa provo a consolarmi con un bluberry muffin. 10000 controlli e farne uno con i documenti incrociati. E Finalmente il taxi giallo.
Chiedetemi la cosa più assurda e di sicuro oggi mi è capitata. Anche svegliarmi di colpo all’atterraggio e vedere come prima cosa il Manatthan Bridge illuminato…
Day 2
“Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa…e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire…Eppure c’era sempre uno, uno solo, uno che per primo…la vedeva…Allora si inchiodava, lì dov’era, gli partiva il cuore a mille, e,…si girava verso di noi, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l’America. Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovuto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che l’aveva fatta lui, l’America. La sera, dopo il lavoro, e le domeniche…prima aveva in mente qualcosa in compensato, poi…gli ha preso un po’ la mano, ha fatto l’America…è il destino quello. Quella è gente che da sempre c’aveva già quell’istante stampato nella vita. E quando erano bambini, tu potevi guardarli negli occhi, e se guardavi bene, già la vedevi, l’America, già lì pronta a scattare, a scivolare giù per nervi e sangue e che ne so io, fino al cervello è da lì alla lingua, fin dentro quel grido AMERICA, c’era già, in quegli occhi, di bambino, tutta l’America. Lì, ad aspettare.” (A.Baricco)
Bayonne: il suo porto e le sue casette a schiera, quelle tipiche americane col patio davanti all’ingresso e le scalette. E poi New York, bandiere a stelle e strisce ovunque. Esco dalla metro e resto senza parole, bastano 10 secondi e la città mi rapisce. Come dice Roger “New York ti colpisce in faccia come un treno”. E io capisco che tutti i racconti fatto dalla gente non riusciranno mai a descrivere the big apple, e probabilmente nemmeno le mie parole ci riusciranno. La città è fotogenica: l’Empire state building, il rockfeller center, Times square, bradway, la 5 avenue, saint patrick. A central park mi siedo all’ombra e prendo appunti per il blog. Intanto dei ragazzi giocano a baseball. Poi all’improvviso la pioggia: rinunciamo a ripararci e camminiamo sotto l’acqua, tanto nella città delle 1000 contraddizioni piove col sole e si passa dall’afa al freddo siberiano dell’aria condizionata. Le chiacchiere scorrono a fiumi fra ricostruzioni di alberi genealogici, racconti del passato, ombrelli regalati e corse della metro gratis. E TERESA si conferma una grande, grandissima amica.
Giorni 3-4
Day 3
Facciamo conoscenza con i famosi outlet americani ed in macchina il sottofondo musicale è quello dei Pooh. Poi uno sguardo allo Skyline della città e il primo incontro con la statua della Libertà da Harbor View 9/11 Memorial Park.
Il pool party è davvero cool in una casa che incarna alla perfezione il sogno americano. Sulla via del ritorno gli scoiattoli, i cervi e i clown nella macchina accanto…
Day 4
Colazione decisamente americana con pan cake, mirtilli e succo di mela così da affrontare con il massimo delle energie la città che non dorme mai. La metropolitana è un po’ complicata ma fattibile e può capitarti di incontrarvi chi vende biscotti, chi stira e chi sfreccia in skate.
Il MET è enorme, rispecchia la città che lo ospita: eclettico, enciclopedico. Espone opere famosissime che mai avrei pensato di vedere in vita mia. Mi incanto davanti a Renoir, Caravaggio, Modigliani, Van Gogh…ed apprezzo molto la sezione dell’antica America ed Oceania oltre ad una mostra originale che lega riti cattolici e moda.
Poi al Guggenheim a farci girare la testa salendo e discendendo nella sua struttura elicoidale.
Qui è tutto smisurato e scattare foto che comprendano gli edifici per intero è difficilissimo.
Gli indirizzi sono street o avenue preceduti da un numero ordinale ma noi, imitando i nostri amici Italo-americani “abitiamo ad 8 strade”.
Metti insieme 5 baresi (3 da Toritto, 1 da Sannicandro ed 1 da Bitetto) e la serata svolta alla Sex and the city, fra Frank Sinatra e Buddy il Boss delle torte.
New York: giorni 5- 6
Day 5
La città ai nostri piedi dall’alto dell’Empire state building e del Top of the Rocks. Poi un giro nel Rockfeller Centre (più che altro perdersi…).
Chi ride quando dico che incontro gente che conosco ovunque non ci crederà ma ci sono riuscita anche a NYC: un ragazzo italiano, blogger di viaggi, che seguo da non molto tempo sui social. E ovviamente il tipo della security, sul grattacielo, era di Bari.
Al Moma alto rischio di sindrome di Sthandal davanti alla “notte stellata” e alle “demoiselles d’Avignon”. Ma i book shop dei musei americani quanto sono grandi?
Un salto alla Trump Tower e poi…Colazione da Tiffany.
Giornata caratterizzata da scherzetti con i mezzi ma la frase più detta è stata sicuramente: “ io la odio questa aria condizionata! Fa freddo!”(ed in termini non sempre così pacifici ed educati).
Day 6
16,8 km. A piedi.
Sulla High Line uno spuntino di metà mattina con gelato/biscotto artigianale al gusto di red velvet e burro d’arachidi. Intanto qualcuno si bagna i piedi in un ruscello artificiale o prende il sole su lettini di legno che scorrono sulle vecchie rotaie del treno. Comincio a trovare le risposte al perché questa città sia così spettacolare: qui puoi vedere cose davvero mai viste. È geniale.
Il Chelsea Market assomiglia al mio amato mercato centrale (Roma e Firenze)ma è molto, molto più grande.
Ci riposiamo un attimo ad Union Square, l’arca di Noè di NY, fra banchieri, studenti, manifestanti, perdigiorno…
Il flat iron è ancora più bello che in fotografia ed ha davvero tutti i numeri per essere il preferito di qualcuno.
Ma la mia esperienza da sogno è attraversare il ponte di Brooklyn, scendere a Dumbo e trovarmi nel punto esatto in cui è stata girata una delle più famose scene di “C’era una volta in America”. Ed è subito:
-“Che hai fatto in tutti questi anni Noodles?”-
-Sono andato a letto presto!”-
Giorni 7-8
Day 7
9/11 Memorial: 2 vuoti in cui perennemente scorre dell’acqua ed al di sopra, simbolo di rinascita, svetta la Freedom Tower. Costeggiamo in silenzio i muretti, accarezzando i nomi incisi, bagnati da lacrime di pioggia. Qua e là delle rose bianche, omaggio alle vittime nel giorno del loro compleanno. L’emozione è forte.
Poi l’incontro ravvicinato con Lady Liberty ed un salto a Wall Street.
La città ed i suoi odori (non sempre buoni)…
L’umidità si taglia a fette mentre passeggiamo fra Chinatown, Little Italy, Nolita, Soho e Tribeca.
Ed eccoci da Macy’s, i grandi magazzini, primi al mondo per dimensione.
Sono ancora qui a NY ed ho già voglia di tornarci…
Day 8
Rincorriamo per tutto il giorno i nostri amici ma non riusciamo a beccarci.
Nel Memorial Museum 9/11 capiamo che ci sarà sempre un tempo prima ed un tempo dopo l’11 settembre. Gli occhi si fanno lucidi rivivendo le storie e guardando l’installazione che cerca di ricordare il cielo azzurro su NY in quel fatidico giorno. Una frase cita Virgilio “Nessun giorno ti cancellerà mai dalla memoria del tempo”.
Oggi la statua della Libertà è vicinissima e le emozioni continuano ad Ellis Island. Il museo dell’immigrazione fa rivivere in modo interattivo l’arrivo degli emigranti negli Usa e le procedure di accoglienza che si svolgevano su quest’isola.
Il tramonto è sull’Hadson. “Good evening” alle vecchiette della casa di riposo, come ogni sera, tornando a casa. E poi dare e ricevere saluti da Toritto.
Giorni 9-10
Day 9
I programmi della giornata potrebbero subire dei ritardi se uscendo dalla metro incappi in una gioielleria con delle super offerte.
L’autobus hop on hop off è incluso nel New York city pass quindi tanto vale farsi un giro ed approfittare per vedere cose non ancora incontrate lungo il percorso.
Central Park è un labirinto ma riusciamo a trovare Strawberry Fields, il mosaico dedicato alla memoria di John Lennon.
Poi qualche ora sul set di “una notte al museo” ( il museo americano di storia naturale) e un sano (sanissimo) hot dog.
Una maratona per concludere la giornata e trovarsi a chiacchierare in inglese con le commesse. E pensare che la frase più detta in questi giorni era stata “sorry can you repeat…sloowly!”Che progressi!
Che siamo italiane ce lo leggono in faccia(dicono da come siamo vestite e come camminiamo). E anche noi riconosciamo gli italiani.
A cena chiacchiere a go-go,gossip Torittese oltreoceano e musica italiana.
Day 10
L’emozione del racconto di una bellissima storia d’amore.
Uno spostamento in aereo, un cruciverba in lingua, ricongiungimenti familiari.
Se almeno una volta nella vita si dovrebbe vedere NY, almeno una volta all’anno si dovrebbe andare in America…
Alcuni consigli:
– i souvenir comprateli a china town e Little Italy, sono sicuramente più economici;
– se vi propongono di far scalo a Chicago non accettate: l’aeroporto è totalmente disorganizzato nella gestione dei controlli e dei transit;
-sconsiglio anche di viaggiare con Alitalia (il mio amico stuart mi odierà per questa cattiva pubblicità) ma noi ci siamo trovate in situazioni davvero spiacevoli;
– anziché cercare un alloggio in città provate a cercarlo in New Jersey, sulla sponda opposta del fiume: in 30 minuti, con il treno Path siete a Manhattan. E risparmierete sicuramente;
– consigliatissimo l’abbonamento NY City Pass con diverse proposte in base ai giorni di permanenza in città: comodo e vantaggioso!
Have a Good trip!
Che ne pensate del mio viaggio a New York? Durante lo stesso viaggio sono stata anche in Canada.
(Foto mie e della mia compagna di viaggio)
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New York è senza dubbio un posto da visitare almeno una volta! Speriamo di poter ricominciare a viaggiare, nel frattempo guardo le tue meravigliose foto! Ciao
Grazie mille! La voglia di viaggiare è tantissima…
Che bel viaggio che hai fatto! Sembra che non ti sia fatta mancare proprio nulla durante questa bellissima vacanza!
Beh si diciamo che qualcosa l’ho fatta…
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