Il buon viaggio: ancora un libro di letteratura per l’infanzia, ma che parla al cuore degli adulti. Premio Andersen 2018.
Il titolo del libro è ciò che ci augurano quando partiamo. Ma cosa significa?
Il libro cerca di dare una risposta snodandosi fra una serie di contraddizioni che però rappresentano entrambe valide soluzioni.
Il sapere dove andare o lo scoprirlo strada facendo; la solitudine o la compagnia; gli imprevisti; il sonno facile o l’insonnia; gli ostacoli; l’andare ancora o il fermarsi…
E mentre le immagini rievocano i dipinti di Hopper o foto di destinazioni note (es. Thailandia) la conclusione è che forse la risposta a questa domanda è, al ritorno, essere pronti per cominciarne un altro viaggio…
Ma quando davvero un’avventura diventa un viaggio? Quanta distanza bisogna percorrere: tanta o poca? Quanti giorni bisogna stare via da casa per dire di aver viaggiato? E si può viaggiare stando a casa? A quest’ultima domanda un po’ abbiamo dato risposta negli ultimi anni, quando, con la pandemia, abbiamo ridotto parecchio gli spostamenti. Questo libro non ha la pretesa di rispondere a queste domande e sciogliere i dubbi, quanto piuttosto di creare interrogativi…
Altri suggerimenti di lettura:
Il buon viaggio , Beatrice Masini e Gianni De Conno, Carthusia
(foto mia)