L’altra mattina sono uscita appositamente per comprare del nylon elastico che mi serviva per riparare un bracciale che qualche mese fa aveva deciso di seminare tutti i suoi componenti in giro per la stanza. E’ uno dei miei bracciali preferiti. L’ho comprato a Bonn. E’ un souvenir.
Souvenir, dal francese se souvenir, ricordarsi.
Mi piace quando viaggio comprare dei ricordini per me e per gli altri. Una pratica consumistica e un po’ retrò? Forse si, ma in modo equilibrato, mi piace farlo.
E poi ho i miei souvenir preferiti. Un paio di orecchini pendenti con un fiore smaltato di rosa che ho comprato a Parigi. Le espadrillas verde acido pagate 5 euro in una bottega artigiana di Madrid. La collana dai colori del mare presa a Corfù (Domenica ce l’ha uguale ma con colori diversi). A Cuba ho comprato un cappello realizzato con foglie di banana, un profumo coloniale in una profumeria storica e una collana di semi colorati. Ancora orecchini a forma di stella marina in ceramica presi ad Otranto; un block notes con le cariatidi proveninte da Atene; una borsa in pelle rossa con la stampa dell’electrico 28 comprata a Lisbona. Le mie ballerine rosse scamosciate di Verona; i calzini con il fiocchetto di Milano; l’impermeabile a pois comprato a Lourdes…
Mi piace comprare soprattutto cose da indossare perchè il ricordo si risveglia ogni volta che lo faccio e tutte le volte che qualcuno nota l’oggetto e me lo dice parte il racconto “l’ho preso a…”. Non è vanità o mettersi in mostra (anche perchè i miei restano sempre piccoli viaggi e grandi sogni). E’ proprio la chiacchierona che è in me che adora l’argomento, perchè è un po’ come tornare in quei posti (come faccio col blog d’altronde!).
Agli amici/parenti i souvenir variano a seconda del viaggio e del contesto (a parte una calamita obbligatoria per la collezione della mia mamma).
E poi ci sono quei souvenir che atri hanno portato a me dai loro viaggi. Ad alcuni tengo davvero tanto…I magneti di Luigi (ormai tacita tradizione fra noi) tutti in bella mostra sul mio frigo romano; un profumo souvenir degli Emirati Arabi che continuo ad usare con moderazione per quanto è intenso ( e mi piace); il portaspiccioli a forma di manga dono di mio cugino dal Giappone (in realtà lui dice che è più corretto dire kawaii); un portachiavi caraibico che ho attaccato al mio zaino da viaggio (contenta Loredana che me lo ha regalato); la tazza trasfomata in portapenne con tutte le matite provenienti dai vari viaggi; gli orecchi in legno, rigorosamente laccati di giallo, di Raffaella dal Sud Africa; i tanti segnalibri nascosti fra le pagine lette. E viaggiare con i ricordi…se souvenir…
(foto dal web)