Questa è senza dubbio una delle 101 cose che mi rivendo più facilmente, una di quelle di cui mi trovo a parlare quando mi dicono “Dai e raccontacene una”. La verità è che la trovo troppo simpatica ed originale.
Dalla fine del 1500 al 1870 circa di notte, su alcune sculture d’epoca romana, molto care ai cittadini, comparvero versi di protesta contro il clero e la Roma dei Papi.
Erano queste le cosiddette statue parlanti. il mio preferito è il più chiacchierone (come me), il primo ad aver parlato: Pasquino (nei pressi di Piazza Navona). E pensare che in origine era un Menelao, poi ribattezzato Pasquino, e da lui la piazza su cui si trova ha preso il nome. Oggi il suo basamento è ricoperto da un pannello removibile su cui poter esprimere le proprie opinioni politiche, sportive, ecc.
Poi c’era l’abate Luigi (in realtà un togato romano), presso Sant’Andrea della Valle e il Marforio (oggi ai musei capitolini)che faceva da spalla al Pasquino).
Madonna Lucrezia si trova invece fra la chiesa di San Marco e Palazzetto Venezia in piazza Venezia e pare fosse stato un dono del Papa Paolo III all’amante di Alfonso d’Aragona (appunto Lucrezia d’Alagno).
Il facchino si trova invece in via Lata (un atraversa di via del Corso)ed anche lui mi sta tanto simpatico. Il Babbuino (con 2 B) si trova in via del Babuino (con una B) è un satiro che per un periodo parlò così tanto da rubare la scena al Pasquino.
Cercatele ancora oggi e le troverete…anche se per lo più si sono ammutolite.
(foto mia)