Fra le 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita c’è anche visitare la chiesa di San Carlino.
In realtà detta chiesa si chiamerebbe San Carlo alle Quattro Fontane, ma per le sue dimensioni è affettuosamente conosciuta appunto come San Carlino. Siamo nei pressi di Palazzo Barberini di cui vi ho parlato qualche tempo fa.
Ma procediamo il racconto con ordine. In questa parte di città, all’epoca dei romani, sorgeva un maestoso complesso termale. Era stato Domiziano ad erigerlo. Poi Sisto V cominciò a risistemare ed abbellire la città ed i lavori furono così intensi che ai poveri Padri Trinitari scalzi non restò che un angusto spazio sulla collina per erigere un luogo di culto dedicato appunto a San Carlo Borromeo e alla Santissima Trinità. Ma i pii sacerdoti non si diedero per vinti: se dovevano fare una cosa doveva essere fatta nel migliore dei modi. Piccola si ma magnifica. Ed ecco assoldato un grande come Francesco Borromini. Per lui la prima opera autonoma (aveva lavorato sotto Maderno alla fabbrica di San Pietro), per loro un maestro che lavorava gratis. L’artista fu infatti progettista, capo cantiere, manovale, sperimentatore di nuove soluzioni e nuovi materiali. Lavorò sul triangolo per omaggiare la Trinità, utilizzò la luce ed il bianco e già all’indomani dell’inaugurazione la chiesa fu definita un capolavoro.
Ancora oggi chi ci entra non si rende conto dello spazio così angusto perchè sapientemente camuffato da trucchi ottici.
Stesse illusioni Borromini utilizzò anche nel minuscolo chiostro del convento, rendendo l’ambiente fluido ed in movimento e praticamente annullando gli angoli. Tutti i trucchi si svelano nella cripta sottostante, dove le reali dimensioni del manufatto si colgono liberamente.
Se non ci siete mai stati vi consiglio vivamente San Carlino fra le 101 cose da fare a Roma.