Ci sono delle cose (ma solo alcune) su cui mi ostino. Non mi capacito che siano o vadano in un certo modo e faccio di tutto per cambiarle. Mi ostino ad esempio ad indossare le snekears bianche per andare a scuola sapendo che dopo 5 minuti saranno nere di impronte di bimbi; una volta mi sono ostinata su una relazione; mi ostino ad andare a vedere le mostre di arte contemporanea, sperando che fra noi possa nascere l’amore. E a volte succede.
Hans Hartung lo conoscevo poco e niente ma la mostra mi è piaciuta davvero tanto. Un po’ merito anche della location spettacolare di cui ho già parlato nel mio post su Perugia.
La mostra su questo grande rappresentante dell’astrattismo europeo è curata dal direttore della Galleria in collaborazione con la Foundation Hartung-Bergman di Lipsia e presenta 40 opere su carta e 16 dipinti, realizzati fra il 1961 eil 1988.
Il parallelo fra le opere moderne della Galleria (Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Piero della Francesca, ecc.) ed i polittici contemporanei di Hartung è presto fatto, sebbene nelle opere di Hartung non ci sia gerarchia fra le immagini ma solo organizzaione e disposizione nello spazio. Una delle opere infatti dialoga proprio con l’opera di Piero della Francesca, esposta difronte, nella stessa sala.
I Polyptique (come nomina l’artista queste opere scrivendolo sul retro), nascono negli anni ’60 quando Hartung inizia a dipingere direttamente su tela, senza aver prima fissato il soggetto, arrivando, negli ultimi anni, costretto sulla sedia a rotelle, ad usare l’aerografo per dipingere.
In evidenza anche lo stretto rapporto fra l’artista e l’Italia, espresso non solo nelle sue molteplici partecipazioni alla Biennale di Venezia, ma anche dato dai viaggi a Firenze ed in Sicilia.
Insomma, questa volta l’amore è nato…faccio bene ad ostinarmi. Solo alcune volte però!
Hans Hartung-Polittici-
24 settembre 2017- 7 gennaio 2018
(Foto mie che più mie non si può)