Trascorriamo la mattinata al mercato centrale, confrontando i prezzi della paprika, comprando salame (ungherese) e mangiando Langos. Poi una lunga passeggiata nella città che ha tutte le ragioni per essere definita “la Parigi dell’est”, fra boulevards alberati e palazzi eleganti. E nevica, poco ma nevica. Arriviamo a vedere il Palazzo del Museo delle Arti Applicate e la statua da poco eretta in onore di Bud Spencer.
Il New York cafè è davvero il caffè più bello del mondo e c’è anche il clarinettista che mi saluta mentre suona un pezzo accanto ad un violinista. In ogni città c’è qualcosa che mi resta più nel cuore e a Budapest mi sono innamorata dei ponti (soprattutto quello delle catene). Ma dopotutto questa città è tutta un ponte, sospesa così come è fra Oriente e Occidente.